Di: Emanuele Pizzatti.
Alla serata organizzata nel bresciano non si arrivava alle venti persone, ma non si può negare che l’agenda omosessualista sia la priorità del vivere comune. Tra la pastora valdese che inventa assiomi di filosofia e il frate francescano (povero Poverello…) che disprezza i “cattolici ratzingeriani” non si arriva che all’ovvio punto di partenza: vietato vietare, vietato dissentire.
Mentre rimanevo perplesso per Il recente battesimo dell’arcinoto Tobia Testa/Vendola, pensavo a come possano aver registrato negli annuari parrocchiali i genitori. Immagino sia accaduto che vi abbiano iscritto i due uomini di fatto riconoscendoli genitori entrambi ed escludendo la mamma nel linguaggio e nella consuetudine.
Di certo leggere che “i due genitori” sono molto religiosi e non hanno dovuto seguire nessun corso prima del sacramento e che il vescovo informato della volontà dei “due genitori” non ha opposto resistenza mi ha indotto a pensare che in molti sembrano essere convinti che questo bambino abbia solo due genitori, come tutti i bambini del mondo. Mentre tutto si riferiva ai due uomini divenuti proprietari legittimi di quell’esserino. Potenza del linguaggio, forza della persuasione.
Accade che mi trovo la sera del 6 ottobre a partecipare ad una conferenza organizzata da Equanime, associazione di promozione sociale contro le discriminazioni di genere collegata alle varie arcitutto bresciane e impegnata nel tentativo di portare le loro istanze nelle scuole, in collaborazione con A.GE.D.O. (Associazione di GEnitori, parenti e amici Di persone Omosessuali) e alla presenza del presidente del Guado (gruppo di riflessione su fede e omosessualità in Milano), de La Creta (gruppo omosessuali credenti di Bergamo) e di Noi Siamo Chiesa (sezione italiana del movimento We Are Church per la riforma della Chiesa cattolica).
Il titolo della serata è importante: RELIGIONE E OMOSESSUALITA’ e i relatori incuriosiscono. I pochissimi partecipanti a dire il vero riflettono la verità circa il numero molto limitato di persone alle quali si rivolgono questi temi che invece ci vengono proposti come indispensabili, urgenti e prioritari rispetto ad ogni altra esigenza.
Le loro conclusioni festose vogliono sottolineare che l’omofobia va condannata senza se e senza ma, e una coppia gay può far parte anch’essa del disegno divino, come qualsiasi altra coppia, se vive un cammino cristiano. Inoltre secondo tutti gli ospiti i gruppi che lottano contro i diritti degli altri, come le sentinelle in piedi, esprimono di tutto tranne che il messaggio cristiano.
La serata viene introdotta da un filmato che mostra una intervista ad alcuni genitori che appaiono dapprima angosciati dallo scoprire l’omosessualità del loro figlio, poi rassicurati dall’evidente “normalità” di questa condizione che faceva paura solo perché ignota. Lacrime, abbracci e ricongiungimenti con i figli naturalmente dopo averli “accettati” per come sono.
Una buona dose di sentimentalismo senza alcuna traccia di quella ricerca seria e approfondita che risponde davvero alle domande scomode e difficili che ogni genitore affronta nel momento in cui scopre di avere un figlio che non corrisponde alle aspettative. Il pensiero che va tutto bene risolve tutto, è facile, è normale e assolutamente fisiologico così, tutta la sofferenza è colpa di questa maledetta società che ci porta ad avere paure tremende e insensate.
La pastora della Chiesa Valdese sig.ra Anne Zell propone l’assunto universale che” La natura non è mai contro sé stessa, e quindi essere omosessuali non è mai contro natura”. Io farei però attenzione a non esagerare con questo principio, farsi delle meravigliose insalatone di cicuta potrà essere assolutamente naturale e la natura non è mai contro sé stessa, ma io ci andrei piano comunque.
Ci ricorda le sovra-utilizzate frasi di Papa Francesco: “le persone gay devono essere accompagnate, non vanno condannate… Chi siamo noi per giudicare… La Chiesa deve chiedere scusa… ecc.” ma naturalmente nessun accenno a tutti i moti di condanna fermissima e chiara contro il gender, il pensiero unico, il nuovo ordine mondiale e simili.
“Anche se le società discriminassero o non volessero riconoscere diritti, la Chiesa Valdese deve accompagnare e benedire. Tuttora ci sono persone che non vedono nell’omosessualità un disegno di Dio… ma la libera scelta di costituire famiglie molto diverse fra loro non trova nella bibbia nessun elemento contrario. Le UNIONI CIVILI possono e devono essere considerate parte del disegno divino per l’uomo”.
“Nella Bibbia non esiste la famiglia “naturale” composta da due soli elementi etero ma ci sono molte diverse forme di famiglia, anzi… di famiglie. Il concetto di famiglia non può essere “ridotto” al legame fra due persone”.
Ma il vero contenuto della serata lo porta FRATE PAOLO GIAVARINI (segue il gruppo LA CRETA – omosessuali credenti. E’ PARROCO A BRESCIA alla Chiesa dei Cappuccini di Via Milano – E’ professore allo studentato di Venezia)
Ci tiene a presentare il suo intervento suddiviso in due tempi distinti: proporrà la posizione ufficiale, dottrinale, della Chiesa Cattolica sull’omosessualità e poi esporrà, prendendosene la piena responsabilità, UN PUNTO DI VISTA PIU’ SOGGETTIVO.
Le Sentinelle in Piedi proprio non le reggono, né lui né la pastora, si sente che danno molto fastidio. Il frate non resiste alla tentazione di disprezzarle irridendole quanto basta…”io le rispetto, in fondo sono persone che leggono e anche io amo leggere…. Io magari preferisco da seduto ma se loro lo vogliono fare in piedi….” e definendole cattolici integralisti, conservatori, ratzingheriani.
Dice il nostro Fraticello che “il Magistero della Chiesa Cattolica in diversi documenti e nella pastorale per le persone omosessuali condanna ogni tipo di violenza o emarginazione e quindi la condanna all’omofobia è già presente e riconosciuta. Ma dalla lettura d’insieme della letteratura dottrinale trapela però una visione negativa dell’omosessualità descritta come OGGETTIVAMENTE DISORDINATA”.
“Nel Catechismo in prima edizione se ne parla come di una CONDIZIONE INNATA. Poi dalla seconda versione viene modificata con TENDENZA PROFONDAMENTE RADICATA. Si insiste con il definirla INTRINSECAMENTE NEGATIVA quindi cattiva nell’essenza, praticamente impossibile da trasformare in buona”.
Si rendono evidenti secondo la lettura proposta alcuni aspetti problematici:
- “L’omosessualità va contro la naturalità delle cose, l’ordine naturale voluto da Dio”;
- “Nella vita reale delle persone omosessuali l’uso della loro sessualità manca del fine generativo, quindi viene richiesta la castità, l’astensione dalla genitalità; ma all’epoca la Chiesa ignorava le possibilità offerte oggi dalla tecno-medicina”;
- “Si indica ai pastori, ai sacerdoti, di giudicare con attenzione le persone con tendenza omosessuale poiché non sono mai completamente responsabili della loro condizione essendo appunto innata o profondamente radicata che dir si voglia.
Comunque l’omosessualità non sembra mai potersi presentare come buona o praticabile”.
Nella soggettività della sua esposizione, di cui torna ad assumersi ogni responsabilità, prende spunto dai tanti anni della sua esperienza pastorale: ”Teologicamente parlando sembra proprio che ci siano tutti gli strumenti per iniziare una nuova riflessione sull’omosessualità che parta dalle persone prima che dai principi. Nel dialogo pastorale e teologico faccio fatica, avendo incontrato molte persone omo, a dire che l’omosessualità è una inclinazione oggettivamente disordinata e intrinsecamente negativa. Che non è nei disegni di Dio”.
“Le persone omosessuali sono spesso gente molto brava, credente, con storie che perdurano da molto tempo. E’ oggettivamente faticoso non riconoscere la bontà in una relazione fedele da 15 anni. Non si può consigliare di negare la loro tendenza, la loro natura. Molti teologi mettono in dubbio che il Magistero sia del tutto accettabile sulla omosessualità. Non si può interpretare, ad esempio, il brano di Sodoma e Gomorra senza la giusta contestualizzazione. Mai nella Bibbia o in questo brano si accusa di omosessualità ma di mancanza di giustizia. Quindi questo brano non lo si può leggere in modo fondamentalista”.
“Anche la sessualità etero e fra coniugi era mortificata e vista negativamente fino al concilio, solo dopo è divenuta cosa bella e positiva. Il magistero, l’interpretazione, cambia perché certe posizioni radicali si rivelano sbagliate”.
“Quando una persona omosessuale dice nel confessarsi di avere consumato sesso frequentemente e in ogni modo pensabile ma si dichiara pentito e vuole la comunione viene assolto. Ma se una persona ha una relazione fedele da molto, costituisce e porta avanti una relazione costruttiva e con buon sentimento non si può dare l’assoluzione? Pastoralmente, umanamente, è assurdo, ridicolo”.
“Molti preti non hanno dubbi e dicono “cerca di essere fedele alle persone che ami e di costruire qualcosa con loro” e tanto basta per assolvere perché questa è la normalità della vita. Sfido i preti di questa straordinaria diocesi bresciana che tanto ha espresso nel cristianesimo mondiale, a negare questa realtà. Come possono non sensibilizzare all’accoglienza delle persone omosessuali. Chi non è accecato da posizioni troppo tradizionaliste non può che vedere queste realtà”.
Ebbene cari pastori, io mi rivolgo a voi da pecorella allarmata da tanta confusione. Quando volessi regalare un catechismo della Chiesa Cattolica ai miei figli sembra proprio che mi dovrò accertare che sia quello ratzingheriano o conservatore o tradizionalista piuttosto che quello moderno e progressista. Davvero anche nella Chiesa mi devo spostare a sinistra o a destra e scegliere a quale gruppo appartenere?
I giudici di ogni corte ci hanno abituato al fatto che la legge non è mai chiara ma può avere molte diverse interpretazioni. Siamo ben consapevoli del fatto che qualora commettessimo un illecito abbiamo ampie possibilità di cavarcela facilmente purché si possa incontrare la versione giusta per il nostro caso al momento. Ma che pure San Pietro, nel formulare la nostra condanna eterna, possa utilizzare con noi questi criteri francamente non riesco a capirlo.
La fedeltà, anche quando ci dovessi credere, di una unione gaia fra due o più esseri viventi non ha nulla a che vedere con il senso dell’uomo e della donna uniti a condividere il mistero ed il miracolo della creazione della vita. La gestazione per altri, in affitto o in vendita, non è una meraviglia della tecno-scienza che ci mostra le infinite possibilità della nostra intelligenza ma solo un abominio di immense proporzioni e conseguenze che si può annoverare fra le più grandi vittorie del male nel mondo.
Fratello Paolo ti devo ringraziare. Mi hai spinto a rileggere quel grande libro della vita che è il Catechismo della Chiesa Cattolica, vero faro illuminante da non dimenticare e da rileggere quando il dubbio cerca di confonderci. Ho ritrovato facilmente la chiarezza della descrizione del Matrimonio nella sua grandezza, essenza e finalità, che non può proprio essere interpretata con semplicistico sentimentalismo e confusa con la semplice amicizia e reciproco sostegno di due o più persone con tendenza alla omo-attrazione. Ho riletto la bellezza del senso della sessualità umana che tanto appassionava il grande San Giovanni Paolo II e che chiamava addirittura Teologia del corpo. Ho perfino riscoperto una parte che mi ero completamente dimenticato e che consiglio oggi a tutti gli amici di rileggere: il punto 2211: “La comunità politica ha il dovere di onorare la famiglia, di assisterla e di assicurarle in particolare la libertà di costituirsi e procreare figli e di educarli secondo le proprie convinzioni morali…. La difesa dai pericoli come la droga, la pornografia” e, aggiungo io ora, la violenza del pensiero unico mondiale e del gender. Lo rileggano per favore anche i tanti politici che si affannano a dichiararsi cattolici.
Le soluzioni facili, a poco prezzo, rassicurano e accolgono basandosi su interpretazioni del magistero così distanti da giustificarsi solo come profetiche, futuriste, che secondo coloro che le propongono non sono accolte pienamente solo perché insiste un certo tradizionalismo. Queste soluzioni non fanno il bene delle persone che sembrano averne bisogno, anzi sono dannose e fuorvianti e spesso sono causa della scelta di particolari stili di vita da parte di persone deboli. Ho imparato a scegliere guardando bene alle fondamenta delle cose che servono a me e alla mia famiglia, le lavatrici low cost tipiche del mercato globale non sono fatte per le famiglie numerose che lavano almeno tre volte al giorno e che hanno bisogno di strutture forti ben costruite e che possano dare garanzie di durata nel tempo.
Alle persone con tendenza omosessuale che scelgono di sostenersi reciprocamente nella convivenza io voglio bene come fossero miei figli, non le discriminerò mai perché lo stesso Catechismo me lo ha chiaramente insegnato mostrandomi il motivo, il senso di questo comportamento di rispetto verso ogni essere umano. Ma proprio pensando a loro come a miei figli non riesco a scegliere la comoda via della giustificazione e del sentimentalismo. Da padre di famiglia numerosa ho capito che la strada verso il nostro bene e il bene dei nostri figli non è la più comoda, non ti permette di metterti seduto. Occorre rimanere in piedi e ben vigili e svegli, proprio come le Sentinelle che in silenzio, con fatica, si rendono testimoni del tanto bene che ci circonda. E si oppongono al passaggio del male che tenta di sorprendere i tanti che preferiscono dormire, sonnecchiare tiepidi nel rassicurante tepore delle variopinte modernità. In questa guerra contro la famiglia ognuno deve scegliere da che parte mettersi e ho l’impressione che il tentativo di stare nel mezzo o rimanere a guardare non sia proprio percorribile.