di: Emanuele Pizzatti.
Difendere la FAMIGLIA significa VIVERE con pienezza la nostra CRISTIANITA’.
La famiglia è un tratto della natura umana e per questo la Chiesa Cattolica se ne deve occupare e se ne è sempre occupata meglio di chiunque altro.
Uno dei principali documenti del Concilio Vaticano II e della Chiesa cattolica si intitola Gaudium et spes, costituzione apostolica promulgata da Papa Paolo VI. Riesce ad analizzare la situazione della Famiglia nel contesto sociale di quel momento ma con sguardo profeticamente rivolto al futuro. Avverte i pericoli del dei progetti mondiali in evoluzione e dell’imminente sforzo di de-costruzione di questo pilastro fondamentale e divino. Definisce la famiglia nei suoi principali contorni e indica con chiarezza la sua posizione e relazione con gli organi sociali, politici e statali.
Vale la pena di riportare e commentare qualche brano a testimonianza del valore di questo documento:
DIGNITÀ DEL MATRIMONIO E DELLA FAMIGLIA E SUA VALORIZZAZIONE
- “ll bene della persona e della società umana e cristiana è strettamente connesso con una felice situazione della comunità coniugale e familiare”.
Come potete amministratori tutti delle nostre tormentate società non capire questo semplice passaggio? D’accordo nel fatto che l’economia è enormemente importante. Vero rimane che lo stato deve guardare anche all’interesse di categorie di cittadini molto piccole, talvolta vere nicchie sociali. E’ urgente occuparsi di lavoro, della corruzione evidente nelle posizioni influenti ma diffusa a tutti i livelli, della formazione dei politici nei meccanismi che li portano al potere, dell’apparato burocratico al servizio più dei baronati politici che del cittadino, di quelle regioni che sembrano vivere sempre nel secolo precedente e di molto altro ancora che tutti possiamo immaginare (non mancano certo le occasioni di critica o le cose fatte particolarmente male) e tutto fa parte delle cose che contribuiscono all’infelicità sociale che mina oggi la fiducia nello stato, nella giustizia e nella politica. Ma la felice situazione della famiglia è strettamente connessa con il bene della nostra società, nulla vale più di questo e dalla felice situazione della famiglia derivano un miglior welfare, una migliore assistenza ai poveri agli anziani e ai bisognosi, una migliore educazione e istruzione dei ragazzi, una maggior numero di figli, un capitale sociale più solido, un sistema pensionistico migliore. Da famiglie più felici avremo figli meglio educati e formati e di conseguenza avremo migliori politici, migliori manager, migliori sacerdoti, migliori medici, migliori giornalisti, ecc.ecc. Cosa può valere più di questo oggi? Per quale motivo non facciamo altro che cercare questo anziché conquistare di continuo nuovi diritti o presunti tali che si ispirano a società performanti economicamente e formate da individui soli e insoddisfatti?
- “Per la sua stessa natura l’istituto del matrimonio e l’amore coniugale sono ordinati alla procreazione e alla educazione della prole (e in queste trovano il loro coronamento la famiglia cristiana che nasce dal matrimonio, come immagine e partecipazione dell’alleanza d’amore del Cristo e della Chiesa renderà manifesta a tutti la viva presenza del Salvatore nel mondo e la genuina natura della Chiesa, sia con l’amore, la fecondità generosa, l’unità e la fedeltà degli sposi, che con l’amorevole cooperazione di tutti i suoi membri.)”
Ordinati alla procreazione ed educazione della prole è un concetto talmente naturale che non viene mai messo in discussione nemmeno dai grandi sostenitori delle famiglie al plurale intese come “ogni tipo di amicizia e unione deve essere considerata famiglia”. Laddove generare è fisicamente impossibile ecco la tecno-scienza offrire soluzioni costose ma efficaci, salvo ignorare le enormi ferite che vengono provocate nelle mamme in vendita e negli individui che vengono al mondo da “affitti” o “acquisti” di gravidanze surrogate. In altre situazioni vorrebbe intervenire lo stato fornendo al bambino fin da piccolissimo assistenza, nutrimento ed educazione esonerando la mamma da quasi tutta la fatica, mentre il papà solitamente non esiste.
LA VITA CONIUGALE NON E’ ORDINATA ALLA PROPRIA SODDISFAZIONE, ALL’APPAGAMENTO DEL PROPRIO SENTIMENTO. Non mettiamo al mondo figli per soddisfare le nostre esigenze di maternità o paternità. Non ci sposiamo per trovare le risposte a tutte le nostre mancanze ma per amare, per donare e donarsi. E per contribuire alla costruzione e al progresso del mondo. Non riuscire più a sentirsi innamorati o soddisfatti non è il problema vero di molte famiglie, lo è invece il non riuscire più a rendere felice l’altro, aver perso di vista l’obiettivo del nostro progetto comune, il non aver fatto la necessaria manutenzione al nostro rapporto ri-settandolo di frequente per continuare a conoscersi nonostante i cambiamenti della vita e per poter riuscire a continuare il nostro sforzo di rendere felice la nostra metà.
Ma questo ulteriore brano del testo mi pare addirittura rivoluzionario:
- “Tutti coloro che hanno influenza sulla società e sulle sue diverse categorie, quindi, devono collaborare efficacemente alla promozione del matrimonio e della famiglia; e le autorità civili dovranno considerare come un sacro dovere conoscere la loro vera natura, proteggerli e farli progredire, difendere la moralità pubblica e favorire la prosperità domestica. In particolare dovrà essere difeso il diritto dei genitori di generare la prole e di educarla in seno alla famiglia.”
La FAMIGLIA è quindi PIU’ IMPORTANTE DELO STATO essendone la cellula educativa primaria. Trova legittimazione nella natura umana e non nelle leggi, nessuno statista o politico ha inventato e costituito la famiglia. Esiste naturalmente e se ne è dovuto prendere semplicemente atto. Lo stato è SUSSIDIARIO della famiglia e tenuto a sostenere in ogni modo lo sforzo procreativo ed educativo. Cioè lo stato si affianca alla famiglia e la aiuta in ogni modo possibile nelle sue fatiche. Questo esiste ed è scritto da molto tempo su molti testi fondamentali, ma nessuno ha la sensazione che davvero funzioni così.
Quanto al considerare un sacro dovere la prosperità domestica della famiglia poi… sono in molti al potere nella condizione di doversi vergognare del loro operato.
Quanto ancora al difendere il diritto di educare la prole basta capire ciò che è stato proposto e fatto per introdurre nella scuola progetti fortemente voluti da enti sovranazionali enormemente finanziati e organizzati ed in linea con il pensiero unico del nuovo ordine mondiale per misurare tutto quanto si è realizzato in senso contrario al buon senso ed ai migliori valori che la nostra civiltà ha saputo esprimere.
Il documento più recente AMORIS LETITIA attualizza tutto affrontando gli aspetti tipici della fragilità umana. Vuole accompagnare l’uomo nella difficoltà del suo cammino. Indica la necessità di DISCERNERE evitando giudizi sommari e rifiuti perentori. Ricorda che Gesù è venuto per le nostre miserie. Avvia un dialogo senza prescindere dalle verità dottrinali. Ricorda che sullo stato più intimo di una coscienza nemmeno la Chiesa può giudicare e rende consapevoli del fatto che esistono gradazioni di colpa nei peccati, addirittura corresponsabilità anche coniugali, situazioni che possono portare, quasi spingere, a compiere atti negativi. Sono suggerimenti che possono sembrare aperture in contrasto alle regole fondamentali ma in realtà diventano tali solamente se visti con malizia o manovrati da persone ormai sopraffatte dalla forza di ideologie nelle quali credono più che a Nostro Signore. Bisogna dire chiaramente che se i vincoli del sangue non passano per il Cuore di Gesù sono per alcuni soltanto un motivo di croce, oppure zavorra insopportabile. Se non riesco a vedere Dio in me non potrò riuscire a trovarlo nella persona che mi sta accanto e quindi sarò in grado di vedere solo la sua umanità. Nell’altro saprò vedere solo l’altro, non potrò trovare soluzioni e aiuto. Corro il rischio che presto possa diventare difficile vivere il vero ed elevatissimo senso della nostra unione.
Raccomando però di non costruire una famiglia ascoltando le indicazioni sociali, spesso contrarie di fatto. Oggi si impone nel neo-linguaggio il dire “FAMIGLIE” sostituendo con questo LA FAMIGLIA. Si lavora alacremente per dare il primato educativo allo stato e per seguire l’agenda educativa di agenzie come l’OMS e altre simili amenità.
Essendo la famiglia NATURALMENTE DEPUTATA all’educazione (anche e soprattutto negli ambiti sensibili quali sono affettività, religione, sessualità) dovremmo trovare in questo uno stato a noi sussidiario, al nostro fianco nella difesa della nostra linea educativa. Nella nostra libera scelta sui contenuti e valori.
Lo sanno bene i dirigenti scolastici e gli insegnanti e purtroppo ben lo sanno anche tutti coloro che vedono la famiglia come il principale ostacolo alla formazione delle coscienze secondo progetti di caratura mondiale oggi fortemente avanzati. Per questo i peggiori progetti educativi entrano nelle scuole sempre con furbizia, presentandosi maliziosamente rivestiti di buone intenzioni come possono essere la lotta al bullismo e alla violenza di genere.
Incontrando i professionisti (medici, psicologi, pedagogisti) che propongono programmi chiaramente intesi a sostituirsi alle famiglie in questi ambiti e con contenuti spesso in palese contrasto con i valori e la cultura della famiglia quando non vere e proprie falsità, oppure gli insegnanti responsabili di questi progetti, ho cercato di capire cosa li motivi a farlo. Lo fanno perché l’Europa lo vuole, perché altre nazioni lo fanno già, perché appare progressista, perché tutto ciò che esiste da tempo appare STEREOTIPO in senso negativo. Perché lo indica l’OMS (e talvolta nemmeno sanno cos’è), spesso perché sono animati da un certo risentimento verso la cultura Cristiana.
Quando mi trovo ad affrontare questi temi in gruppi di genitori rivedo rappresentata la situazione politica della nostra nazione: circa un 40% sono convinti che le famiglie non sono in grado di effettuare le migliori scelte educative con il dovuto discernimento e preparazione. Un altro 40% circa sceglie di non scegliere, preferisce rischiare e fidarsi della scuola o dell’ASL o dello stato. Il rimanente 20% capisce l’importanza di un diretto coinvolgimento e di una valutazione profonda dei contenuti di quanto proposto, ma non ha tempo, spazio e forza poiché spesso, inoltre, già impegnato su molti fronti.
Così anche fra gli insegnanti troviamo sempre la parte convinta che lo stato debba imporre stili educativi ai nostri figli (facile trovare proposte di legge in questo senso e facile trovare negli atti degli attuali ministri molto di questo), la parte che preferisce NON ESPORSI e la parte che capisce e condivide ma, per vari motivi, fatica ad attivarsi.
E’ importante decidere di dedicare del tempo all’approfondimento delle questioni che possono aiutare la vita familiare e ci possono aiutare nel difficile compito dell’educare i nostri figli soprattutto considerando che sono circondati da strumenti e proposte accattivanti e violente. Occorre abbeverare la nostra sete di amicizia vera, di condivisione fraterna e sincera dei problemi, di ricerca di soluzioni. Molti si sentono impreparati o impauriti ed è bellissimo trovare talvolta un braccio sul quale potersi appoggiare. Aprire le porte di casa e il cuore alle persone che possiamo conoscere si rivela spesso di grande importanza.
Chi può deve avere spirito di iniziativa e promuovere ogni sorta di attività di incontro e di sostegno familiare e di diffusione di sana cultura e testimonianza. Bisogna essere presenti sia nelle scuole che nelle occasioni in cui la presenza dei genitori può e deve cambiare le carte in tavola. Dare il nostro tempo e il nostro esempio non solo ai nostri figli ma testimoniando, come famiglia intera, coinvolgendo gli amici nelle esperienze migliori.
E bisogna sostenere chi lo fa. Dare una mano o qualche ora del proprio tempo è un modo meraviglioso che vedrà portare frutti inaspettati alle nostre amicizie. LA FAMIGLIA è sistematicamente de-costruita poiché rappresenta un pericoloso ambito di libertà educativa.
Oggi FARE tutto QUESTO significa in realtà sostenere una cultura che si pone in diretto contrasto con progetti mondiali demolitivi estremamente avanzati, finanziati e appoggiati.
Significa VIVERE con pienezza la nostra CRISTIANITA’, difendendone i tratti fondamentali. Il Santo Papa Giovanni Paolo II, allarmato per i pericoli che intravvedeva nell’imminente terzo millennio, si raccomandava di contenerli attraverso la NOSTRA FEDE VISSUTA CON INTEGRITA’.
Ricordatevi di quanto ci ha trasmesso Madre Teresa di Calcutta: “Cosa puoi fare per promuovere la pace nel mondo? Vai a casa e ama la tua famiglia”.